“Che cos’è oggi la città per noi? Penso d’aver scritto qualcosa come un ultimo poema d’amore alle città, nel momento in cui diventa sempre più difficile viverle come città.” Italo Calvino
Singapore, Barcellona, Londra, San Francisco e Oslo, sono le “top five” smart city secondo lo studio Juniper Research. Entro i prossimi anni, il 70% della popolazione mondiale risiederà in aree urbane: per questo, in piena digital transformation, le smart city rappresentano un’opportunità per aumentare la qualità della vita della popolazione a ogni latitudine, innovando e ottimizzando i servizi. Secondo gli analisti di IDC, entro il 2020 l’universo digitale sarà cresciuto di 44 volte rispetto alla situazione fotografata nel 2009. L’esplosione di dati e device intelligenti rappresenta una base su cui immaginare un mondo iper-connesso dove raccogliere e analizzare le informazioni in tempo reale con il fine di offrire servizi smart alle persone in diversi ambiti quotidiani. Inoltre con i Millennials arriva l’era in cui la centralità del cittadino non potrà più essere demandata: le amministrazioni dovranno cogliere questo cambiamento sociale e generazionale come forza catalizzatrice verso la costruzione di future city sempre più a misura di cittadino digitale.
Nonostante il mondo digitale corra e si espanda alla velocità della luce, e i nuovi “cittadini digitali“ costituiscano una forza ed una spinta rilevante, in Italia è difficile pensare a una smart city che realmente ne interpreti il modello a 360 gradi. Forse ci siamo un pò tutti stancati di sentir parlare di “smart city” divenuta ormai uno dei temi ricorrenti che animano i dibattiti rimanendo così un’utopia, un non luogo appunto. Eppure le città devono cambiare, ma non cambiano radicalmente e i fondi messi a disposizione dalla comunità europea non sono pienamente utilizzati. Inoltre è difficile pensare di rendere smart città che danno su piazze storiche dove si calpestano ancora gli stessi “serci” o sanpietrini” calpestati da papa Sisto V o la pietra forte, bigia e serena di palazzi e strade attraversate da Lorenzo il Magnifico.
Che fare ?
Esistono aree industriali dismesse o aree periferiche ampie e collocate in snodi importanti dal punto di vista della mobilità. Oggi il trend è guardare lì e partire da “zero ground” solo così è immaginabile poter costruire dalle fondamenta un polo urbanistico infrastrutturato e disegnato sulle nuove esigenze di cittadini evoluti e non. Su queste premesse nasce Milano4you, un progetto urbano digitale, innovativo da svilupparsi in un’area periferica alle porte di Milano. L’aspirazione è di andare oltre al luogo comune di smart city e di volare verso un modello ampio, capace di cambiare il concetto di immobiliare, sensibile da incontrare le esigenze di flessibilità ed economicità richieste da giovani e meno giovani e infine acuto da coniugare in un’unica forma tecnologie, edifici ed ambienti, risorse energetiche e persone. Abbandoniamo l’eco di “smart city” ed entriamo nella realtà di un progetto che si pone l’obiettivo di sviluppare un nuovo concept di Polo Urbano e fare un po’ da apripista per quei progetti che verranno e guarderanno con concretezza e visione le aree periferiche.
LA GENESI DEL CONCEPT “MILANO 4 YOU”
“Milano 4 You” si realizzerà a Segrate alle porte di Milano, su un’area di 300.000 mq, di una piccola città (di 2/3 mila abitanti) per una estensione di circa 100.000 mq di superficie edificabile, con un mix funzionale che contempla una componente residenziale rilevante pari a circa il settanta per cento (edilizia libera, social housing, ville, funzioni direzionali e commerciali, un centro sportivo e un centro culturale, quale aggregatore sociale dello smart district).
Quando, oramai quattro anni fa, i fondatori hanno iniziato a pensare al progetto Mi4You si sono inevitabilmente interrogati sull’offerta di “real estate” esistente, su una domanda in rapidissimo cambiamento e sulle radicali innovazioni che stavano stravolgendo tutti i settori economici e che non potevano non avere effetti sul modello di sviluppo di una città. Sul lato dell’offerta si sono rapidamente convinti che il modello di sviluppo tradizionale, tutto incentrato sulle cubature, sui contenitori e sulla figura centrale dell’architetto non fosse più attuale. Spesso, inoltre, l’infrastruttura energetica e soprattutto quella digitale erano aggiuntive (in e out) alle tradizionali infrastrutture civili. Gli esempi dei recenti interventi di sviluppo, che pure hanno cambiato il volto di Milano, (City Life, Porta Nuova, Santa Giulia, Parco Vittoria), si sono dimostrati deboli per quanto riguarda la componente residenziale: prezzi di vendita elevati, invenduto, scarsa attenzione agli spazi esterni e ai “piani terra” degli edifici. La citata crisi del mercato immobiliare, di fatto è un alibi perché è il modello di sviluppo tradizionale in crisi in quanto non più sostenibile economicamente in relazione anche ad una domanda ormai notevolmente cambiata. La domanda di residenza è infatti cambiata radicalmente ponendo maggiore attenzione ai servizi che all’idea di possedere e abitare un immobile; alla qualità del vivere che a quella del solo abitare: si lavora, ci si muove, si guarda la tv in maniera radicalmente diversa rispetto a qualche anno fa. Inoltre, per diverse ragioni si è sensibilmente ridotta la quota di reddito da destinare alle spese per la casa. Si aggiunga la considerazione che in ogni settore economico le nuove tecnologie e le piattaforme digitali stanno stravolgendo i processi produttivi, i modelli organizzativi e di business. Si pensi, ad esempio, all’automobile: dalla centralità del motore e del design ci si sta spostando verso il digitale, la connettività ( FCA e Google) e la componente energetica (es. auto elettrica). Si assiste quindi ad una progressiva convergenza di tecnologie su un prodotto, l’auto, va trasformandosi in una piattaforma digitale di servizi.
IL NUOVO MODELLO E IL CONCEPT “MILANO 4 YOU”
Il modello MiYou si configura come una risposta a richieste lette ed interpretate e non come un prodotto chiuso da spingere sul mercato.
E’ frutto di un approccio multidisciplinare che si avvale del lavoro coordinato di team progettuali diversi (architecture, digital, energy e social) che abitualmente non si parlano o «parlano lingue diverse».
Il suo primo obiettivo è riassumibile nella formula: “la città a costo zero, utopistica fino a qualche anno fa, oggi realizzabile grazie a un concept energetico all’avanguardia, realizzato con la collaborazione del Politecnico di Milano, orientato all’azzeramento delle spese energetiche degli edifici e ad un un modello per la gestione e valorizzazione dei dati generati dalla community ed abilitato da piattaforme digitali di Mi4You.
Il secondo obiettivo è quello di sviluppare, attraverso la piattaforma digitale, una serie di servizi orientati a migliorare la qualità della vita, ridurne il costo e ottimizzare il business plan mirato a creare un modello “democratico”, sostenibile sia per l’operatore che realizza il progetto, sia per chi deve acquistare o prendere in locazione degli spazi.
Il progetto sarà abilitato da un’ infrastruttura in fibra ottica che offrirà prestazioni mai viste in Italia mentre l’uso di connettività 5G, wi-fi diffuso (Mi4You è un città nativa digitale), consentirà di offrire un ampia gamma di soluzioni. In particolare sfruttando la piattaforma di Internet of Things (IoT) esse permetteranno l’ottimizzazione della gestione idrica, del ciclo dei rifiuti e dell’inquinamento dell’aria; il “connective health” pensato soprattutto per la popolazione più fragile e per la prevenzione; il microLearning e social eLearning ; la sicurezza e sorveglianza usandi funzioni cognitive; il co-working / mobile working e per la diffusione del lavoro decontestualizzato. Il terzo obiettivo è quello di creare le condizioni infrastrutturali e culturali per sviluppare fenomeni di inclusione e partecipazione e affinché le pratiche di condivisione (sharing) possano svilupparsi senza limiti. Anche questo obiettivo sarà favorito dalla piattaforma digitale che opererà all’interno della community con soluzioni di sharing di servizi (baby sitter, domestici, pulizia, ecc.) e verso soggetti esterni (es. pubblica amministrazione, public utilities) favorendo, tra le altre, pratiche di e-government e e-democracy. Inoltre la piattaforma consentirà alla community di Mi4You di divenire un grande gruppo di acquisto, favorendo un ulteriore abbattimento dei costi della vita grazie a convenzioni con grande distribuzione, centri sportivi, tour operators, ecc.
Proprio per favorire l’inclusione e la partecipazione dei suoi abitanti Mi4You, ispirandosi ai principi del Design for All, intende realizzare un progetto senza barriere, considerando le capacità e le esigenze di tutti i possibili utenti (adulti e bambini, persone anziane, disabili motori o sensoriali) dai servizi comuni (spazi urbani, spazi verdi e parchi gioco, mobilità), fino alla sfera più personale della casa (bagno, cucina, arredi e oggetti d’uso). Grande attenzione sarà data, inoltre, agli spazi esterni (verde, lighting, arredo urbano) e ai «piani terra» come luoghi di socialità e aggregazione (“la città è il piano terra”): Mi4You deve essere vissuta e non solo abitata. Da ultimo si è utilizzato il progetto per la ristrutturazione di una cascina che dava il nome all’intero comparto (“Cascina Boffalora”) per realizzare un centro culturale di respiro internazionale con dei laboratori di arte e musica con un progetto che intende promuove la cultura della tolleranza, dello scambio, del confronto culturale. La “città intelligente”, infatti, deve essere aperta, pervasiva e non può non avere la cultura e l’arte come elementi fondamentali per il miglioramento della qualità della vita di chi ci abita.
IL CONCEPT ENERGETICO DI “MILANO 4 YOU”
La filosofia energetico-ambientale che sta alla base del progetto Mi4You trae spunto in generale dalle considerazioni appena illustrate ed in particolare dagli studi sull’Architettura Sostenibile svolti presso il Politecnico di Milano a partire dagli anni ’90. Il progetto è stato sviluppato recependo integralmente i contenuti della Direttiva 2010/31/UE del Parlamento Europeo sul rendimento energetico nell’edilizia (EPBD Energy Performance of Buildings Directive) e del Decreto interministeriale 26 giugno 2015, che definisce le prescrizioni ed i requisiti energetici minimi degli edifici a livello nazionale. Nel dettaglio, la EPBD pone tra i suoi obiettivi principali l’abbattimento delle emissioni di CO2, la riduzione e razionalizzazione dei consumi nel settore residenziale e terziario, l’efficienza energetica degli edifici relativamente a riscaldamento, raffreddamento, ventilazione ed illuminazione e l’ottimizzazione dei costi d’intervento. A tal fine vengono individuati ambiti d’intervento prioritari, quali le caratteristiche morfologiche-architettoniche, gli involucri edilizi, gli impianti termici ed elettrici e lo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili. Mi4You nasce quindi con l’intento di creare uno sviluppo urbanistico ad alta efficienza energetica e basso impatto ambientale, garantendo al contempo elevate livelli di comfort (termo-igrometrico, luminoso ed acustico) per gli abitanti. La progettazione energetica di Mi4You è stata condotta a livello specialistico, utilizzando, per il calcolo delle prestazioni ottenibili, gli strumenti più avanzati. In particolare si è fatto ampio uso del software dinamico EnergyPlus (messo a punto dal Department of Energy degli Stati Uniti), frutto di un percorso di ricerca e sviluppo durato oltre vent’anni e validato secondo gli standard tecnici internazionali. Questa scelta, sicuramente più gravosa rispetto alle pratiche usuali, garantisce che i numeri in gioco non vengano stimati approssimativamente su base parametrica, ma siano il frutto di vere e proprie previsioni analitiche, dettagliate ed estremamente attendibili. Il progetto Mi4You non punta, infatti, solamente a rispettare le prescrizioni delle attuali normative vigenti in materia di risparmio energetico, ma mira a fornire indicazioni metodologiche, schemi procedurali ed esemplificazioni concrete per il raggiungimento di livelli di efficienza energetico-ambientale estremamente elevati. Più specificamente, l’assetto energetico che caratterizzerà il nuovo insediamento è basato sull’innovativo concetto di nearly Zero Energy District (nZED), in cui la minimizzazione dei consumi e lo sfruttamento delle rinnovabili avviene in modo integrato a scala urbana, superando i limiti del singolo fabbricato. La realizzazione di un quartiere ad energia ed emissioni quasi zero richiede, ovviamente, valutazioni e metodologie applicative più articolate rispetto a quelle necessarie per realizzare separatamente più edifici energeticamente efficienti e necessita, al contempo, dell’applicazione di tecnologie e strategie altamente sinergiche, che coinvolgono anche le infrastrutture energetiche locali e si avvalgono di logiche di controllo generale avanzate, consentendo di ottimizzare il risultato prestazionale di insieme.
Nel dettaglio, il progetto è contraddistinto dalla presenza capillare di sistemi di microgenerazione energetica diffusa, basata sull’impiego di molteplici dispositivi di produzione di energia elettrica, termica e frigorifera interconnessi tra loro dall’infrastruttura energetica bidirezionale di quartiere, appositamente concepita allo scopo. Lo sfruttamento intensivo dell’energia solare, attraverso impianti fotovoltaici integrati architettonicamente, è abbinato all’utilizzo della risorsa geotermica a bassa entalpia ed al funzionamento di un sistema di microgenerazione a biomassa. L’assetto messo a punto consente innanzitutto di realizzare un’elevata flessibilità gestionale, poiché permette di utilizzare in maniera integrata diverse fonti energetiche, al fine di garantire la riduzione dei costi di generazione in tutte le condizioni d’uso. In secondo luogo, la configurazione energetica complessiva di Mi4You rappresenta uno schema impiantistico intrinsecamente sicuro, basato su molteplici tecnologie potenzialmente ridondanti, ma in grado di assicurare la continuità dei servizi energetici anche in caso di malfunzionamenti od interventi di manutenzione su sezioni del sistema complessivo. La strategia energetica consentirà un’elevata copertura del fabbisogno totale del quartiere (riscaldamento, raffreddamento, produzione di acqua calda sanitaria) mediante risorse rinnovabili disponibili localmente, con una quota preliminarmente stimata tra l’80 e il 100%, ben superiore al limite normativo recentemente imposto in Regione Lombardia (50%).
IL MODELLO DI VALORIZZAZIONE DEI DATI PER UN NUOVO WELFARE
Mi4You divenendo un contesto o sistema interconnesso sarà in grado di accumulare dati “raffinati” prodotti dalle attività alle quali si è accennato più sopra. Pertanto si è posta la sfida di sperimentare un modello di welfare urbano, basato sulla valorizzazione dei dati, partendo dalla semplice considerazione che il modello tradizionale di welfare (salute, istruzione, assistenza sociale ecc.), sorretto dalla fiscalità generale e labor intensive, palesemente non regge più e non è in grado di dare risposta alle nuove sfide. Il progetto parte dal presupposto che la vera fonte di reddito e di profitto nell’epoca del digitale sarà data dalla capacità di fruire, trattare e visualizzare infinite quantità di dati. E la valorizzazione dei dati potrebbe contribuire indirettamente a “generare welfare” se utilizzati per ottimizzare le spese di gestione (abbattere bolletta e spese condominiali), per fornire prestazioni di assistenza. E, infine, i dati possono essere venduti; hanno un valore economico e lo avranno sempre di più in futuro. Tutti noi utilizziamo Facebook o Instagram per parlare con il mondo. L’uso di Facebook è gratuito? Apparentemente. In realtà noi forniamo infinite quantità di dati dai quali viene tratto il profitto di Facebook. Lo stesso robot, mentre sostituisce lavoro umano, produce anche dati e conoscenza. Il progetto che si vuole sperimentare nella community di Mi4You si impernia sulla capacità di regolare lo scambio (individuale o collettivo) tra la produzione di dati e il profitto da essi generato. Uno scambio che deve essere consapevole. Facciamo un esempio molto semplice per farci capire. Le diverse applicazioni domotiche, a partire dalla digitalizzazione dei sistemi di controllo sull’uso dell’energia, consente all’utente di ottimizzare una sua fonte di spesa, consegna tuttavia al fornitore una messe infinita di dati sulle abitudini di una famiglia. Quei dati, opportunamente trattati, possono essere rivenduti a fornitori terzi (una compagnia assicurativa, un venditore di pentole) che profileranno meglio il loro potenziale utente. Oggi dall’infinita quantità di dati che inconsapevolmente produciamo ogni giorno in molti casi non traiamo alcun beneficio. Perché la città smart, invece che essere definita in base alla quantità di tecnologie, non viene all’opposto valutata sulla qualità/quantità di dati condivisi? Perché il welfare cittadino, l’abitare cittadino non possono essere parzialmente finanziati dall’uso intelligente dei dati prodotti da IoT ( Internet of Thing ). Parlare di umanesimo digitale è, prima di tutto, capire come si redistribuisce il valore prodotto dai dati.
LUCI ED OMBRE
Il progetto nella sua formulazione è unico sul territorio nazionale per diverse ragioni:
• nasce da zero non inserendosi in un contesto urbano con una sua storicità e sviluppo
• non è un’iniziativa pubblica sull’onda di Bandi regionali o di Fondi Europei
• è un’iniziativa privata che ha saputo svilupparsi creando un ecosistema di Partner sia pubblici che privati
Per queste ragioni gode della capacità di rischio ed imprenditorialità di un gruppo di privati convinti di “fare la storia” perché si trovano a dover affrontare per primi alcune problematiche che per futuri imprenditori è bene mettere nel taccuino delle “lesson learnt”.
Primo fra tutti il tema del recupero di fondi privati che ha fatto si che si andassero ad esplorare nuove formule finanziarie per accesso al capitale per un progetto che può apparire una mera operazione immobiliare, ma che de facto rappresenta un mix di tre componenti principali quella immobiliare, tecnologia ed energetica.
Questo è l’elemento che deve essere compreso per poter fare scuola nella sua normazione, impostazione, finanziamento e gestione.
La sfida nel suo evolversi e realizzarsi sarà la “governance” di un progetto complesso a più livelli che dovrà saper concertare diverse componenti e partner.
Seguiremo da vicino la storia nel suo evolversi per fare cultura su temi che ancora sono tutti da esplorare e comprendere.